In commercio ce ne sono di tutti i tipi, ma quando servono davvero? Tutte le situazioni in cui potrebbero essere utili, passando per le raccomandazioni di somministrazione “a tappeto” di vitamine D e K per tutti i neonati
Vitamina D, ma anche vitamine K, C, A o B e poi fluoro, ferro, calcio, magnesio, zinco
Di vitamine e integratori per bambini si sente parlare non appena i bambini nascono e in vari momenti e situazioni della vita alcune supplementazioni possono essere effettivamente necessarie o utili. Vediamo quali e quando.
Prima regola: puntare sulla corretta alimentazione
I cosiddetti micronutrienti come vitamine e minerali sono importantissimi per garantire crescita e sviluppo ottimali dell'organismo e in genere il loro apporto può essere assicurato da una corretta alimentazione.
Del resto un integratore alimentare è per definizione un prodotto destinato a integrare la dieta in particolari condizioni di carenza. “Dunque diciamolo subito: è molto difficile che un bambino sano che segue una corretta alimentazione abbia bisogno di integratori, salvo che per alcune eccezioni in particolare nel primo anno di vita”. Parola di Giuseppe Di Mauro, pediatra di famiglia e presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale che al tema vitamine, integratori e supplementi per bambini ha dedicato di recente un ampio documento.
Integratori che servono per tutti
Ci sono solo due integrazioni considerate sostanzialmente essenziali per tutti i bambini, in entrambi i casi proposte già alla nascita: vitamine K e D.
Vitamina K
"La vitamina K è importante per la produzione di sostanze che contribuiscono alla normale coagulazione del sangue" spiega Lina Bollani, neonatologa del policlinico San Matteo di Pavia. "Alla nascita, i bambini hanno una carenza fisiologica di questa vitamina perché il suo trasferimento in utero attraverso la placenta è limitato e di conseguenza possono andare incontro alla cosiddetta malattia emorragica del neonato, rara ma potenzialmente grave”.
Per questo motivo l'Organizzazione mondiale della sanità raccomanda la somministrazione a tutti i bambini di 1 mg di vitamina K subito dopo la nascita, tramite iniezione intramuscolare. “E poiché il latte materno è una sorgente povera di vitamina K – prosegue Bollani - nei bambini allattati al seno in genere si raccomanda anche la supplementazione per bocca fino al compimento del terzo mese di vita".
Vitamina D
Per quanto riguarda la vitamina D, Di Mauro la definisce “uno dei pilastri fondamentali per il solido sviluppo del bambino”, importantissima per la crescita e lo sviluppo della massa ossea ma anche muscolare e per la regolazione di varie funzioni dell'organismo, da quelle immunitarie a quelle respiratorie.
La vitamina D si trova in alcuni (pochi) alimenti, come pesci grassi, fegato, tuorlo d'uovo, latticini, ma soprattutto viene spontaneamente prodotta dall'organismo in conseguenza dell'esposizione alla luce solare.
Nei bambini sotto l'anno di età è molto elevato il rischio di carenza. Per questo, sia la Sipps sia altre autorità sanitarie e società scientifiche internazionali raccomandano la somministrazione di 400 UI di vitamina D al giorno per tutti i bambini nati a termine dalla nascita al primo compleanno, indipendentemente dal tipo di alimentazione (se con latte materno o artificiale). Nel caso di bambini prematuri i dosaggi variano leggermente in base al peso.
Nei bambini oltre l'anno e negli adolescenti la supplementazione è raccomandata se ci sono rischi particolari di carenza (per esempio carnagione scura, obesità, malattie che ne ostacolano l'assorbimento). La Sipps la raccomanda anche per i mesi autunnali e invernali per tutti i bambini e gli adolescenti che hanno una limitata esposizione al Sole durante la bella stagione.
Quando la dieta è particolare o squilibrata
Al di là di queste raccomandazioni generali, l'opportunità di assumere un supplemento di vitamine o sali minerali deve essere stabilita dal medico pediatra, sulle base delle caratteristiche del singolo paziente, del suo stile di vita, di eventuali malattie che comportano una carenza di particolare elementi nutritivi.
Per esempio: sappiamo tutti che lo stile alimentare corretto, equilibrato e sano per eccellenza è la dieta mediterranea, caratterizzata da abbondante consumo di frutta e verdure fresche e di stagione (compresi legumi e frutta secca e oleosa), consumo medio-alto di pesce, consumo ridotto di carne (soprattutto rossa), preferenza dell'olio extravergine di oliva rispetto a grassi saturi di origine animale.
“Un bambino che mangi davvero mediterraneo non ha bisogno praticamente di nulla” ribadisce Alberto Ferrando, pediatra di famiglia, presidente dell'Associazione dei pediatri liguri e autore del recente Come nutrire mio figlio. Ma quanti sono i bambini – e le loro famiglie – mangiano davvero mediterraneo?
Alcuni, per esempio, detestano il pesce: “Se non lo si porta in tavola due o tre volte alla settimana, il pediatra potrò valutare l'opportunità di un integratore di acidi grassi omega 3, tipo DHA” dichiara Ferrando. Altri sono allergici ai latticini, e allora potrebbe essere utile un'integrazione di calcio e di vitamina D. Altri ancora possono seguire regimi vegetariani o vegani e avere assoluto bisogno dell'integrazione di vitamina B12 e magari anche di una supplementazione di ferro. “E ci sono bambini che rifiutano in blocco le verdure: in questo caso potrebbe anche valere la pena prendere in considerazione un multivitaminico” suggerisce Ferrando. Ribadendo tuttavia che la prima cosa da fare è sempre cercare di migliorare la qualità dell'alimentazione.
“Vale anche per condizioni come l'obesità. Verissimo che richiede integrazioni particolari, per esempio di vitamina D, ma una volta tamponato con i supplementi il rischio di carenze bisognerebbe lavorare per risolvere il problema alla radice”.
Se il bambino mangia poco
Una situazione particolare si verifica con il bambino un po' inappetente: in questo caso alcuni pediatri possono suggerire l'uso di multivitaminici, e a volte sono i genitori stessi a prendere l'iniziativa in questo senso. In realtà non ci sono dati che indicano una particolare utilità di questa pratica.
In ogni caso, in generale il “fai da te” da parte della famiglia è assolutamente da evitare, non solo con i farmaci ma anche con integratori e supplementi. A lungo andare dosi eccessive di vitamine o minerali possono portare a condizioni di sovradosaggio e intossicazione, con più rischi che benefici.
Fluoro: per bocca o nel dentifricio?
Talvolta viene consigliata la supplementazione con fluoro per via orale a partire dai sei mesi di vita, per ridurre il rischio di carie. In realtà secondo il documento di consenso della Società italiana di pediatria preventiva e sociale non è detto che questo serva davvero. Se non ci sono particolari fattori di rischio, è sufficiente una buona profilassi orale, cioè il lavaggio frequente e accurato con dentifricio contenente fluoro. Secondo i dati disponibili, la supplementazione orale può però essere utile nei bambini ad alto rischio di carie che non praticano una buona profilassi locale.
Integratori e sistema immunitario
Meglio chiarirlo subito: non esistono pillole magiche che impediscono ai bambini di ammalarsi (e magari di farlo ripetutamente) nella cattiva stagione. “Uno stile di vita sano, con una buona alimentazione, un riposo adeguato, tanta attività all'aria aperta e protezione dal fumo di sigaretta passivo costituiscono la prima linea di difesa contro i malanni stagionali dei bambini” ricorda Ferrando.
Anche il documento Sipps lo dice chiaramente: non ci sono prove che supplementi di vitamine o minerali servano a proteggere da malattie infettive bambini sani, che non abbiano carenze particolari.
Detto questo, è vero che soprattutto carenze di vitamina C e di vitamina D potrebbero essere associate a un aumento del rischio di infezioni ricorrenti (per esempio otiti ricorrenti). In bambini che si ammalano spesso il pediatra potrà dunque valutare l'opportunità di una supplementazione con vitamine.
E un discorso analogo vale per il periodo della convalescenza: i processi infettivi e in generale gli episodi di malattia “consumano” facilmente vitamine e micronutrienti come zinco e ferro. Per questo, il medico potrebbe decidere di proporre un'integrazione per aiutare la ripresa.
Non c'è alcuna prova, invece, che – sempre in assenza di carenze specifiche - integratori e supplementi possano servire a qualcosa come “ricostituenti”, cioè per dare una mano a superare una generica stanchezza in particolari momenti dell'anno come la primavera o l'autunno.
Integratori per la memoria e il rendimento scolastico
Anche questo sarebbe un sogno: una pillola per andare meglio a scuola! In realtà non ci sono sostanze miracolose in questo senso e il documento Sipps precisa che
“nel bambino sano in età scolare, in assenza di specifiche carenze o di condizioni di rischio, non è raccomandata la supplementazione di alcun nutriente specifico al fine di migliorare la memoria e il rendimento scolastico”
Detto questo, il documento stesso ricorda quanto sia importante assicurare adeguati livelli di alcune sostanze – vitamina B12, ferro e acidi grassi DHA – durante lo sviluppo fetale e la prima infanzia per garantire “l'ottimale sviluppo del sistema nervoso centrale e delle sue performance anche a livello cognitivo”.
Significa che bisogna stare attenti alle situazioni che possono esporre a carenza di queste sostanze, come la dieta vegetariana o vegana o anche il momento dello svezzamento dal latte materno. “Fino ai sei mesi non ci sono problemi per quanto riguarda l'apporto di ferro. Dopo questa data, però, il latte materno diventa carente ed è per questo che è opportuno introdurre alimenti che possano garantire un corretto introito di questa sostanza. Se questo non accade, per esempio perché il bambino mangia molto poco al di fuori delle poppate, vale la pena valutare l'integrazione” sottolinea Di Mauro. Ricordando che in generale l'importanza del ferro non va sottovalutata: "E' l'altro pilastro fondamentale di crescita e sviluppo, insieme alla vitamina D".