Un'occasione di riflessione per i bambini
Animali che parlano e affrontano le proprie emozioni: imparare dalle favole è un bel gioco da fare insieme anche prima di andare a dormire! Scopriamo cosa possono stimolare nella coscienza e nell’apprendimento dei ragazzi
1. Gli elementi educativi della favola
La favola è un racconto breve che ci permette di arrivare a una verità morale, cioè a un insegnamento. Esopo, per comunicare qualcosa di così importante, utilizza animali parlanti con un carattere ben distinto. «Il carattere educativo dipende intanto dalla facilità per il bambino di immedesimarsi in personaggi che sono prevalentemente animali, con caratteri e approcci alla vita ben delineati e riconoscibili. Il piccolo è affascinato dal loro modo di comportarsi e di reagire a diverse situazioni problematiche, ad esempio l'inganno, l'astuzia, la verità: sono stati emozionali che inizia a conoscere sin da piccolo e che ritrova applicati nelle favole. Soprattutto nel loro finale: lì il bambino può fare riferimento al proprio vissuto quotidiano, e fare tesoro di esplicite indicazioni di comportamento virtuoso ed etico».
2. A che età proporre le favole di Esopo?
Le favole di Esopo portano alla luce espedienti pratici, proprio per questa semplicità nell'esposizione «le favole possono essere ascoltate con la lettura ad alta voce a partire dai 4/5 anni. Non avendo trame complesse come le fiabe, ed essendo generalmente testi brevi, comportano comunque un piccolo sforzo avendo un minimo di intreccio narrativo che fa interagire i personaggi e confluisce nel finale, dove si traggono le conclusioni morali della storia».
3. Le favole da consigliare
«Le più famose sono quelle con gli animali più caratterizzati: come la volpe, astuta e orgogliosa, o la formica nota lavoratrice in opposizione all'oziosa cicala; oppure il topolino che, seppur piccolo, riesce bene a districarsi bene nelle situazioni più difficili». Alcuni esempi:
La volpe e l’uva
In questa breve favola la volpe vede su un ramo grappoli di uva succulenta, prova a saltare per mangiarli ma non riesce. Invece di ammettere i propri limiti, la volpe esclama «sono acerbi!». La morale per Esopo è che la volpe fa proprio come alcuni uomini che, non riuscendo a superare le difficoltà, accusano le circostanze e non si interrogano sui loro limiti.
Il leone e il topo
Un grande e feroce leone cattura un piccolo topo. Quest'ultimo riesce a convincere il leone a lasciarlo andare in cambio della sua amicizia fedele. Il leone si convince e lascia libero il topo. Quando il leone viene catturato da un cacciatore, il topo dimostra la sua lealtà alla promessa data: trae in salvo il leone dalle grinfie del cacciatore. La morale: anche i più piccoli possono essere di grande aiuto.
Il lupo e l'agnello
Un lupo scorge un agnello che beve nel torrente e decide di mangiarselo. Si avvicina all'agnello, impaurito, e inizia ad accusarlo: sporchi la mia acqua, i tuoi genitori mi erano nemici... L'agnello si difende facendo notare al lupo i suoi errori. Ma il lupo decide comunque che per queste ragioni lui dovrà soffrire e se lo mangia. La morale: contro chi ha deciso di fare un torto non c'è un'adeguata giustificazione o difesa che tenga.