Che cosa si può fare per preservare la salute dei piccini nelle giornate più critiche per l'inquinamento? Per esempio non uscire di casa, o farlo solo negli orari e nelle zone in cui c'è meno traffico.
In diverse città italiane è allarme smog, con i livelli di polveri sottili ben sopra la soglia considerata tollerabile: una condizione che può mettere a rischio la salute dei bambini, a breve e a lungo termine. Qualche piccolo accorgimento, però, può aiutare a ridurre l'impatto sui più piccoli. Vediamo di cosa si tratta, con il contributo di Giovanni Viegi, direttore dell'Istituto di biomedicina e immunologia molecolare del Cnr a Palermo, esperto di effetti dell'inquinamento atmosferico sulla salute.
Le conseguenze dello smog sulla salute dei bambini
"Diversi studi internazionali hanno mostrato un aumento del rischio di disturbi respiratori, in particolare asma e allergie respiratorie, nei bambini che vivono in località caratterizzate da elevati livelli di inquinamento atmosferico" ricorda Viegi. C'è, dunque, una conseguenza a lungo termine dell'esposizione cronica allo smog e cioè l'aumento di malattie respiratorie.
Nelle giornate con picchi elevati di inquinamento, come quelle che si presentano puntualmente in inverno in molte città italiane, ci possono però essere anche conseguenze acute, immediate. "Queste riguardano in particolare i bambini che già soffrono di disturbi della respirazione, che in queste giornate mostrano un riacutizzarsi dei sintomi", sottolinea l'esperto.
Perché i bambini rischiano di più
Vari fattori contribuiscono a rendere i bambini più vulnerabili agli insulti dell'inquinamento atmosferico. Per esempio:
- l'altezza: sono più bassi degli adulti, e dunque più vicini alle automobili, tra le principali fonti di emissione delle particelle. Questo vale a maggior ragione per i più piccini che vengono trasportati in passeggino o in carrozzina.
- le ridotte dimensioni dei polmoni: essendo più piccoli, in proporzione sono sommersi da più inquinanti;
- l'immaturità del sistema immunitario, che si deve ancora sviluppare pienamente. Questo, unito alla situazione di infiammazione cronica causata dalle polveri sottili, rende più facile la proliferazione di virus e batteri che possono essere responsabili di malattia.
Come difendere i bambini dallo smog
"Una prima indicazione generale - quando possibile - è quella di non destinare ai bambini camere sul lato della strada, dove per forza di cose l'inquinamento è più elevato" suggerisce Viegi. E a proposito di camere, vanno sempre aerate, perché anche all'interno delle abitazioni ci sono inquinanti pericolosi per la salute. "L'importante, nei giorni di allerta smog, è limitarsi ad aprire le finestre solo nelle fasce orarie in cui ragionevolmente i livelli di polveri sottili sono più bassi perché il traffico è minore. Per esempio in tarda mattinata o alla sera".
Sempre nelle giornate più critiche, sarebbe meglio tenere a casa i più piccoli, ed evitare le uscite di piacere all'aria aperta. "Anche i parchi cittadini sono poco sicuri" sottolinea Viegi. "Se è vero che, nel lungo periodo, la presenza di aree verdi è sicuramente benefica e andrebbe incentivata, per esempio tutto intorno alle scuole, è altrettanto vero che quando i livelli di polveri sottili sono molto elevati, anche l'aria dei parchi ne risente".
Se proprio si deve uscire a piedi, preferire gli itinerari meno esposti al traffico, anche se più lunghi, e le ore meno congestionate, per esempio a metà mattina o nel primo pomeriggio. Se il bimbo è ancora molto piccolo, meglio fasce e marsupi di passeggini e carrozzine, per tenerlo più lontano dalle emissioni delle auto. "Se invece bisogna uscire in auto - prosegue Viegi - ricordarsi di impostare sempre il ricircolo dell'aria, che riduce l'ingresso nell'abitacolo delle particelle inquinanti".
Per chi ne ha la possibilità, una piccola fuga dalla città può aiutare. Non è necessario pensare a lunghe vacanze o a week end continuati: già una gita in campagna o in collina può ridurre l'esposizione all'inquinamento. "Ma attenzione, non è detto che campagna e collina siano per forza molto più salubri, dipende dalla zona: in Pianura padana, per esempio, l'inquinamento è diffuso un po' ovunque e non solo nelle grandi città".
Mascherine e filtri: servono davvero?
Uscire di casa con una mascherina sul naso, per evitare di respirare l'aria inquinata: nelle giornate più critiche c'è anche chi propone questa strategia. Ma funziona davvero? "Le mascherine professionali, come quelle che a volte usano i vigili urbani, sono progettate in modo da bloccare anche le particelle più piccole e sono efficaci" spiega Viegi. "Le mascherine semplici, invece, non riescono a fermare le particelle più sottili, ma fanno da barriera per quelle un po' più grandi, che danno comunque un po' di irritazione. Di sicuro male non fanno, ma non ci sono prove che servano davvero a ridurre o a eliminare l'impatto dell'inquinamento sulla salute".
L'ultimo consiglio di Viegi riguarda il nostro stile di vita nel complesso. "Per difendere davvero la salute nostra e dei nostri bambini dovremmo smettere di rincorrere sempre l'emergenza. Bisogna lavorare seriamente per ridurre in modo drastico e sistematico l'inquinamento". Chiaramente si tratta di un problema politico, che richiede adeguate soluzioni politiche, ma anche i singoli cittadini possono fare la loro parte. "Per esempio limitando l'utilizzo delle macchine. Se dobbiamo compiere spostamenti per meno di 2 km possiamo benissimo andare a piedi, il che per altro aiuta a mantenersi in forma, combattendo sovrappeso e obesità".