Vuole continuare a guardare la tv. Al mattino non si fa vestire e fa un sacco di storie per prepararsi. Oppure rifiuta il cibo. Questi sono tre dei capricci più diffusi tra i bambini di 3-7 anni. I consigli pratici su come gestirli dagli autori del nuovo libro "Smettila di fare i capricci", edito da Mondadori
Vuole continuare a guardare la tv anche se dovrebbe essere a letto già da un pezzo. Oppure: a cena non vuole mangiare nulla di quello che gli hai preparato o ci mette ore per finire. O ancora: al mattino non si vuole vestire, non si decide su quello che deve mangiare a colazione e siete perennemente in ritardo ...
È probabile che anche tu in una di queste situazioni abbia rischiato di andare in tilt, di perdere la pazienza e di scivolare inavvertitamente nelle due ipotesi sotto.
- Hai mollato la presa e hai lasciato perdere. Te ne sei andato di là con il tuo bagaglio di rassegnazione e ingoiando il boccone hai detto: “Ma fa un po’ come vuoi! Arrangiati! Sono stufo di tutta questa storia…. Vedi di calmarti, vestirti e io esco, ti aspetto di sotto….”
- Hai iniziato a sentire il sangue ribollire, sei arrabbiatissimo, non capisci perché tutte le volte non ti ascolta, non sai come fare e non gestisci l’impulso frenetico: “Adessoooo bastaaaaaa!!!! Smettilaaaaa!!! Ne ho abbastanza di te! Infilati questa benedetta maglietta e muoviti! Stasera scordati la tv e oggi pomeriggio niente gelato!!!”. Ecco che impietose possono scappare urla, sgridate, punizioni, sberle e sculacciate.
In entrambi i casi non otterrai nulla di positivo. Forse tuo figlio si adatterà alla situazione, ma come si sarà sentito? Cosa avrà imparato? La stima e la solidità del vostro rapporto avrà acquistato o perso punti?
Qual è il vero problema oggi dei genitori?
Il problema è che spesso non conosci alternative: non vorresti punirlo ma non sai cos’altro fare, non vorresti arrabbiarti ma non sai come mantenere la calma, vorresti che mangiasse e nello stesso tempo vorresti rispettare i suoi bisogni ma non sai da che parte iniziare.
La bella notizia è che, anche se nessuno finora te lo ha mai detto, è possibile dare regole, limiti, educare alle buone maniere senza capricci e litigate, senza minacciare la qualità della relazione e il tuo ruolo, senza rischiare di far sentire tuo figlio incompreso, non amato e poco ascoltato.
Ecco di seguito alcuni suggerimenti pratici per risolvere nel migliore dei modi le situazioni più comuni dove si annidano i capricci e le lotte di potere.
PRIMO CAPRICCIO: vuole continuare a guardare la tv
Per prima cosa domandati sempre: Perché non la vuole spegnere la tv?Tutti i bambini hanno sempre una motivazione seria, sincera e importante per comportarsi in un certo modo. A volte noi adulti la banalizziamo e da qui nascono i problemi. Il primo passo è invece sempre quello di metterci nei suoi panni e domandarci il motivo del suo disappunto o del suo disagio. Nel caso della tv per esempio può essere che voglia farti innervosire per attirare la tua attenzione o che la televisione gli stia servendo per compensare dei vuoti affettivi o dei momenti di solitudine perché sta poco con te e, quando ci sta, tu a volte sei impegnato a pensare ad altro. Oppure ancora sta usando la tv per rilassarsi e magari non si è ancora rilassato abbastanza (molti bambini poco abituati a liberare le tensioni della giornata attraverso il contatto con la natura, il gioco, le coccole, utilizzano la televisione). Ecco le soluzioni:
- Anticipa il bisogno e trasmettigli un senso di abbondanza. Finché non risolvi la motivazione, è inutile privarlo del suo strumento di compensazione. Cercherà di farlo ancora di più. Diventa utile anticipare il suo bisogno invitandolo noi per primi a guardare la tv per esempio prima di cena e dirgli che può guardarla tranquillo. Quando sarà ora di spegnere è importante fargli percepire un senso di comprensione e abbondanza: “Tra un pochino è ora di spegnere, ma adesso guardala ancora! Ti piace questo cartone?”. Dopo un pochino: “Adesso è proprio ora di spegnere…. Che peccato vero? Finisci l’episodio e poi andiamo di là”. Sentendo una modalità più morbida e comprensiva, tuo figlio sarà molto più disponibile e non entrerà in quel meccanismo per cui se una cosa non la puoi avere la cerchi ancora di più.
- Fai il possibile per colmare il suo vuoto affettivo. Se avesse alternative alla televisione, la utilizzerebbe molto meno. L’alternativa migliore è il rapporto che puoi costruire con lui, abituandolo a comunicare con te, a fare le cose insieme a te e non solo giocare ma anche aiutarti a cucinare, a riordinare. Il tutto funziona se fatto divertendosi!
- Crea più momenti di gioco e condivisione. Fai il possibile per trovare momenti in settimana in cui puoi ricaricarti di energie così da arrivare a casa con maggior predisposizione e disponibilità. Ti aiuteranno per giocare un po’ di più con lui, per inventarti nuove attività da fare insieme, per gestire i lavori di casa insieme a lui che a suo modo sta collaborando (con le cose che cadono, il pavimento che si sporca, con lui che è più lento di te a pelare le patate, ecc.).
- Abbi pazienza e non demordere. Il grande pericolo per te sarà quello di non vedere il giorno dopo la situazione trasformarsi e quindi lasciar perdere. Noterai da subito i primi risultati ma il vero cambiamento arriva nel tempo. Armati di pazienza e persevera.
SECONDO CAPRICCIO: non vuole mangiare
- Riempi meno il piatto. La capienza dello stomaco di tuo figlio è inferiore alla tua. Eviti un sacco di problemi se gli riempi meno il piatto (per i bis c’è sempre tempo). Siamo una società di individui iperalimentati: se tuo figlio mangia la giusta quantità che gli richiede il suo organismo, anche se a te sembra poco, apprezzalo e impara da lui...
- Chiediti quale può essere la sua motivazione profonda, evita i preconcetti. Forse non ha più fame, forse preferisce andare a giocare, forse non gli piace davvero quel tipo di condimento, forse ha instaurato fin dall’inizio un cattivo rapporto con il cibo in seguito a uno svezzamento forzato, troppo tardivo o prematuro ecc. Anche in questo caso è essenziale risalire alla vera motivazione e risolvere quella. Noi in questo modo abbiamo risolto moltissime situazioni difficili, sia con bambini che si rifiutavano di mangiare sia con bambini che non smettevano di ingurgitare cibo.
- Forse vuole attirare la tua attenzione. I bambini oggi hanno bisogno di molta attenzione: non perché siano dei principini viziati, ma perché quelle che ricevono sono poche o frettolose rispetto ai loro bisogni. È facile quindi che il momento del pasto (a cui tu tieni molto) diventi una facile arma per ricevere attenzioni e tempo, oltre che un modo per scaricare le loro tensioni. Ricorda: se migliori la qualità del tempo che trascorri con lui, avrà meno occasioni di sollecitare il tuo interesse a tavola.
- Se non si tratta di episodi sporadici bisogna risalire al rapporto con la madre e risolvere quello, se necessario. Il primo nutrimento lo riceviamo tutti all’interno del corpo materno. Spesso segue l’allattamento al seno materno e per istinto il bambino collega l’accoglienza, l’affettività e il calore al cibo. Quando questi aspetti nel rapporto con la mamma sono compromessi, ecco che lo è anche quello con il cibo. Migliorando il rapporto con la figura materna, si risolve spesso il rapporto con il cibo, se è questa la causa all’origine.
- Non dimenticarti di considerare sempre il valore dell’esempio: se ti mostri schizzinoso, particolarmente rigido o particolarmente goloso, perennemente affamato o con lo stomaco chiuso, ricorda che tuo figlio ti farà da specchio.
TERZO CAPRICCIO: al mattino non si vuole preparare
Ecco qui i quattro passi che abbiamo usato (e che ci hanno salvato la pelle) negli anni in cui avevamo dai 4 ai 7 bambini in affido familiare da svegliare insieme la mattina per portarli a scuola.
Passo 1: Considera meglio i tempi. All’inizio potrà non piacerti molto l’idea, ma spuntare la sveglia mezz’ora o un’ora prima ti farà scoprire che un’ora di sonno in meno non ti cambia la vita e migliora la qualità del tempo che hai a disposizione per gestire con calma le tue esigenze e quelle di tuo figlio. Avere più tempo per svegliare tuo figlio con qualche coccola in più, per fare colazione con calma, per giocherellare mentre ci si veste e riuscire a gestire le sue obiezioni con il sorriso non può portare altro che benefici.
Passo 2: Fai il possibile per gestire la tua reazione. Se senti che stai per cedere al nervosismo, fai qualche respiro profondo, accogliti e recupera la tua neutralità. Solo se mantieni l’equilibrio puoi gestire velocemente e brillantemente la situazione senza cadere nella trappola delle urla e delle lotte di potere. E non dimenticarti di accogliere anche sempre le emozioni di tuo figlio, di ascoltarlo anche se è arrabbiato e di prendere sul serio le sue motivazioni.
Passo 3: Vai alla motivazione profonda e risolvi quella. Ancora una volta fai il possibile per renderti conto che il vero motivo della tua rabbia o del tuo sconforto non è tuo figlio o la situazione che si è venuta a creare, ma la ferita aperta dentro di te che per qualche motivo è tornata a sanguinare.
Passo 4: Sei tu il genitore e sei tu la guida. Se ti infili nella strada senza ritorno di quei figli che possono scegliere a che ora alzarsi, che possono scegliere fra 20.000 vestiti, che possono tuffarsi nell’armadio e tirare fuori quello che vogliono, che possono spendere mezz’ora per scegliere fra dieci tipi di corn flakes, dieci tipi pane e di marmellata o quattordici tipi di brioche, come pensi di uscirne vivo?
Impossibile!