Il bilinguismo nei bambini, è stato dimostrato, ha grandissimi effetti sullo sviluppo cerebrale, che vanno ben oltre l’apprendimento in sé di 2 o più lingue.
Benefici del bilinguismo nei bambini
Per comprendere gli effetti positivi del bilinguismo nei bambini bisogna innanzitutto partire dal presupposto che il cervello è perfettamente in grado di gestire due o più lingue simultaneamente fin dalla nascita. Per i bambini imparare una lingua è esattamente come imparare a camminare, ovvero un processo spontaneo,
diverso dall’apprendimento che avviene invece negli anni successivi.
L’esperienza di bilinguismo nei bambini si riflette in una serie di effetti positivi in ambiti sia linguistici che non linguistici:
- Maggiore conoscenza spontanea della struttura del linguaggio ,il bilinguismo permette ai bambini di notare intuitivamente la struttura e il funzionamento delle lingue. Inoltre, la conoscenza intuitiva della struttura delle lingue avvantaggia i bambini bilingue nell’apprendimento di una terza o quarta lingua.
- Maggior abilità di distinguere tra forma e significato delle parole – i bambini bilingue imparano a leggere in media un anno prima dei monolingue essendo facilitati nel riconoscimento del sistema di corrispondenza tra lettere della lingua scritta e suoni della lingua parlata.
- Maggiore flessibilità mentale e capacità di multitasking – presumibilmente dovuto al fatto che le lingue parlate dai bilingue sono sempre attive simultaneamente nella loro mente e quindi il bilinguismo nei bambini sviluppa un meccanismo di inibizione di una lingua mentre viene utilizzata l’altra. Questo permette loro di effettuare un rapido passaggio da un compito ad un altro quando questi richiedono attenzione e capacità di selezione.
- Più precoce consapevolezza che altre persone possono vedere le cose da una prospettiva diversa dalla propria. Il vantaggio sembra essere collegato alla pratica costante di valutare la competenza linguistica dell’interlocutore per decidere quale lingua adottare.
- Al bilinguismo nei bambini vengono anche associati un aumento della capacità artistica, una migliore capacità di interpretare il mondo, un migliore rendimento scolastico e una superiore capacità di esprimersianche nella madrelingua.
- Alcuni risultati preliminari suggeriscono il bilinguismo nell’infanzia comporti vantaggi cognitivi nella terza età, essendo i parlanti bilingue in qualche modo protetti dal declino delle funzioni cognitive che in genere accompagna l’invecchiamento e comunque con effetto ritardato.
I problemi del bilinguismo nei bambini
Nel breve termine il bilinguismo nei bambini può comunque comportare un leggero ritardo nello sviluppo linguistico nei primi anni di vita. Complessivamente però il bambino bilingue avrà comunque un vocabolario più vasto di un bambino monolingue e il ritardo in una lingua viene sempre recuperato nel tempo.
Capita anche spesso che i bambini bilingue usino termini di una lingua quando parlano l’altra. Si tratta del code-switching, un comportamento normale e caratteristico del parlato dei bilingue, anche degli adulti. Questo non significa che il bambino confonda le lingue o non conosca la parola corrispondente nell’altra lingua, ma probabilmente che ha ritenuto la parola come più adatta per esprimere ciò che voleva.
Come stimolare il bilinguismo nei bambini
Affinché un bambino cresca bilingue, è necessario che sia esposto ad entrambe le lingue in misura sufficiente e diversificata, che abbia frequenti opportunità d’uso e incentivi a parlare entrambe le lingue.
Il bambino deve però avere una motivazione ad imparare la lingua e non è sufficiente la semplice esposizione. Se per esempio il bambino percepisce che una delle due lingue è meno importante perché entrambi i genitori parlano l’altra lingua o perché introdotta secondariamente, potrebbe decidere di non impararla.
Anche l’esposizione precoce è importante per raggiungere il perfetto bilinguismo nei bambini. Il bambino è in grado già dalla nascita di gestire più lingue contemporaneamente senza nessun rischio di creargli confusione. Mano a mano che il bambino cresce, la sua predisposizione naturale all’acquisizione del linguaggio si indebolisce e imparare una lingua diventa sempre di più un percorso di apprendimento anziché un percorso naturale. Aspettando troppo si corre anche il rischio di perdere i benefici cognitivi che il bilinguismo può apportare al cervello del bambino nonché di ridurre la motivazione ad imparare la seconda lingua.
Quando il bilinguismo viene stimolato dentro casa gli esperti suggeriscono il metodo “un genitore, una lingua”. L’idea è che ogni genitore parli solo la sua lingua madre con il bambino. In questi casi perché il bambino diventi realmente bilingue è utile che il bilinguismo venga mantenuto anche fuori casa, cercando di esporre il più possibile il bambino anche alla lingua non parlata esternamente. Quindi se per esempio si desidera che il bambino che vive in Italia parli anche l’inglese è utile che l’esposizione alla lingua venga rinforzata tramite l’esposizione in altri contesti e con altre persone, ed eventualmente anche attraverso video e audio, seppur si tratti di esposizione passiva.
Bisogna invece evitare situazioni che il bambino potrebbe sentire come forzate, per esempio usare regole rigide come “oggi solo una lingua, domani l’altra”.
Succede spesso che il secondo figlio sia meno bilingue del primogenito perché il fratelli inizieranno a parlare tra di loro nella lingua che considera principale e questo riduce l’esposizione del fratellino alla seconda lingua e diminuisce il suo bisogno di impararla.